HOME

Home > ITINERARIO e PSICOLOGIA > Articoli 2014 > Peccatori perdonati

Peccatori perdonati

Il vivere del credente in Gesù, è un vivere sicuri di essere perdonati. Ogni errore e ogni peccato, esposti alla bontà di nostro Padre, si trasforma immediatamente in sicurezza di essere perdonati. La nostra esistenza è costellata di passi falsi, di errori, di peccati. Se a ogni sciocchezza, anziché fermarci a scovare giustificazioni, ci buttiamo nella bontà di Dio, la purificazione, offerta sicuramente da un Dio che ama, invade tutta la nostra persona, tutte le nostre cellule.

Questa serenità era percepita fortemente nel Medio Evo cristiano, tanto che i cristiani si designavano come “penitenti”. Purtroppo questo stile da molti autori era reputato come semplice flagellazione. Invece per molti, Francesco compreso, era inteso come un “raccoglimento” per favorire l’incontro con Dio.
E l’incontro con Dio fa sprizzare sempre felicità e gioia. Il penitente, raccogliendosi in Dio, trovava le giuste misure della propria umanità. Il folklore vede le processioni dei flagellanti. Il mistico incontra l’unione con Dio.

Ebbene anche oggi il “penitente” cioè colui che riconosce la propria miseria e la bontà di Dio, vive sempre nella gioia del perdono.

La chiesa è la stazione del perdono: non di un perdono estorto dopo sofferte penitenze, ma regalato dalla generosità paterna (materna?) di Dio. Un perdono scorrevole e ameno come l’acqua di un ruscello. Un perdono che, quando è donato, rende la chiesa più se stessa, cioè più chiesa di quel Gesù, che su di essa effonde il suo spirito.

Essere perfetti e giusti non è in armonia con quel Gesù che ai peccatori dice “Va’ in pace!”.

Essere peccatori perdonati è più gioioso, che essere giusti che non abbisognano di essere perdonati.

12.03.14