Il sacro è relativoSpesso le frasi più significative e più gravide di verità, Gesù le pronuncia durante una disputa. È abbastanza naturale, perché la disputa accende di più la fantasia, eccitata dalla situazione di emergenza, quale è una disputa, durante la quale si fa più urgente l’affermazione delle idee. Oggi, in disputa con i farisei, leggiamo che Gesù difende i suoi (che hanno fame!) con la notissima frase: “Il sabato deve servire all’uomo, non l’uomo è a servizio del sabato!”. Ossia: le leggi devono aiutare l’uomo (ogni legge, canonica o civile!), non sottomettere l’uomo. E spesso le leggi umane sottomettono il piccolo al servizio del despota (tiranno o democratico) di turno. Quando Gesù dice: “Il sabato (ossia le leggi che disciplinano i comportamenti durante il giorno di riposo, riservato a Dio) è per l’uomo”, poi immediatamente applica questo principio: “Il figlio dell’uomo è padrone del sabato”. In altre parole: “Io, in quanto uomo, sono superiore alle norme del sabato”. Il sabato, la norma religiosa, non è abolito, ma è deassolutizzato. Ciò si applica a qualsiasi norma di tipo religioso, anche norme cattoliche. Gesù ci ha dato un altro grande esempio, quando addirittura tocca il centro della vita religiosa degli Ebrei, il tempio di Gerusalemme; questo avviene durante il colloquio con la signora samaritana, quando afferma: “Non è necessario adorare né a Gerusalemme né sul monte Garizzim. Dio infatti si adora ovunque con spirito autentico”. Ogni norma religiosa, creata dall’uomo é superabile, grazie alle vere necessità umane, create dalla fede. 21.01.14
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