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G17  Gioia matura

È possibile una gioia spensierata? Una gioia, che è prodotta dal non pensarci su? Una gioia senza motivo? O, in altre parole, una gioia senza verità e senza amore?

In questi casi è possibile lo stordimento, forse la soddisfazione; ma la gioia si colloca a un altro livello. La gioia infatti vanta sempre un perché di alta caratura. Quel perché, che si armonizza con la regione più autentica della nostra umanità. La gioia si sprigiona da noi, proprio quando noi ritroviamo noi stessi.

Allora si affaccia la verità: la gioia coincide con la pienezza del nostro essere uomini e donne. Quindi la gioia è la cartina al tornasole del nostro aver incontrato noi stessi.

Si chiede: se l’incontrare noi stessi è proprio della persona matura, quindi essa è possibile soltanto nell’età adulta?

Forse noi scambiamo la maturità con l’essere adulti. Difatti noi critichiamo l’adulto immaturo, affermando che è ancora bambino. Se fosse così, i bambini sono incapaci di gioia? Evidentemente questo è un bel granchio preso nelle nostre idee.

Ogni età ha la propria maturità, quando è vissuta in completezza, e perciò il bambino è maturo, quando sperimenta tutte le dimensioni della sua fanciullezza, man mano che sale i gradi del suo crescere.

La maturità dell’adulto si avvera quando l’adulto sta sviluppando tutte le potenzialità della propria persona: potenzialità intellettive, affettive, volitive e, soprattutto, di fede. Senza fede l’adulto non è in grado di sperimentare una gioia autentica, proporzionata alla sua età psichica ed emozionale.

Perciò Gesù è la nostra gioia.

08.05.14