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Ammonizione

Nello scrivere ai Romani, S. Paolo riconosce che  essi (i Cristiani) “si correggevano” reciprocamente.

Correggere non è rimproverare, ma cum-regere, ossia sostenersi a vicenda nel percorrere la “retta” via (rectus, da regere).

Questo correggere e ammonire, sulla base di quale regola (da regere) di riferimento? Purtroppo noi, quando ammoniamo qualcuno, ci basiamo sul nostro “sentire”. Ammoniamo il prossimo, quasi sempre!, perché il suo comportamento ci infastidisce, perché cozza contro il nostro modo di vedere e, perfino, di interpretare la dottrina della Chiesa.

Il criterio di giudizio cristiano, si fonda su Gesù. Soltanto così possiamo aiutare i fratelli a percorrere la giusta via, perché solo Gesù è la via.

Però il vero e unico criterio che guida il nostro reciproco correggerci e ammonirci è soltanto la Parola di Gesù, il Vangelo. Impregnarci di Vangelo fino alla sazietà, fino all’ingolfamento. Così il Vangelo imbottirà e penetrerà la nostra “ammonizione”, tanto che l’ammonizione non sarà dettata dal nostro modo di giudicare, ma solo dalla Parola di Gesù, ossia dal suo Spirito.

Gesù ha affermato: ”Io non emetto giudizi, ma è la Parola stessa che giudica”.

Se la sua Parola è il nostro unico criterio di “correzione”, ne derivano molti giovamenti. Nella Parola detta, agisce lo Spirito Santo. La Parola alimenta la vita di chi la riferisce e di chi la ascolta. E chi ce la comunica, si libera da ogni peso di responsabilità, nel doveroso ammonire.

GCM 08.11.13