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Amore riconoscente

Il Vangelo, per chi crede in Gesù, non è un semplice libro. Per noi, il Vangelo è Gesù. Noi non “leggiamo il Vangelo”, noi incontriamo Gesù e ci immergiamo nella sua persona. Come per Paolo, anche per noi: “A noi il vivere è Cristo”.

Come apriamo il testo evangelico, sentiamo il cuore contento. Si tratta di una contentezza simile, e più accentuata, a quella che provano due adolescenti, ragazzo e ragazza, quando si incontrano. Il desiderio di incontrare, la tensione dell’attesa, l’esplosione nel contatto.

Il Vangelo, occasione di amore e di gioia. “Queste cose vi comunichiamo, affinché la nostra gioia sia completa” è scritto nella prima lettera di Giovanni.
Gioia e amore.

Il nostro amore a Dio è un amore “di rimando”! Così si mostra nella stessa lettera di Giovanni.

Molte persone si lamentano di non saper amare Dio. In realtà sono persone che semplicemente non sanno amare o che amano con il desiderio.

Per amare Dio, il nostro amore è di risposta. Chi non ama, non conosce Dio, che è Amore.

“In questo sta l’amore: non noi abbiamo amato Dio, ma lui amò noi e inviò suo figlio, propiziazione per i nostri peccati”. L’amore a Dio è un amore di commossa riconoscenza per ciò che lui ha fatto attraverso il Figlio. Anche l’amore dei bambini verso la madre, nasce dalla cura della madre nei loro confronti. Il bene a Dio noi lo vogliamo, dopo che il bene che Dio ci vuole è stato ricevuto e goduto.

Il nostro amore, essendo amore di esseri limitati, include sempre una quota di egoismo, che costata il bene ricevuto. Mosè richiedeva l’amore degli Ebrei a Dio, dopo che essi avevano costatato il dono della liberazione. Il nostro è un amore riconoscente.

GCM 27.07.13