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G10 Contagio di gioia

La risata in gruppo è contagiosa. E la gioia è contagiosa anch’essa? Sì, se è vera gioia, quella del cuore puro.

Il contagio arriva a tutti. Anche a Dio. “Si fa più gioia presso gli angeli di Dio per un peccatore pentito [e quindi perdonato], che non per novantanove giusti, che non sentono il bisogno della penitenza”. Ci ricorda lo stesso Gesù.

La nostra gioia è echeggiata presso Dio. Egli è davvero Padre.

La gioia contagia anche Gesù; quel Gesù che, avendo visto come le persone semplici accettavano il suo annuncio, uscì in un inno: “Ti lodo, Signore, Dio del cielo e della terra, perché queste cose non le hai rivelate ai dotti, ma le hai comunicate ai piccoli, perché questo ti reca piacere”.

La gioia contagia la chiesa. Gli apostoli perseguitati scansano la prigione, e tutti i fratelli si uniscono nella gioia del ringraziamento. La gioia può essere così intensa che uno perde la testa. Come accadde a casa di Maria, la madre di Giovanni e di Marco. Pietro liberato miracolosamente dal carcere, si reca alla casa di Maria. Rode, la serva, va per aprire la porta, dopo che Pietro ha bussato. Sentendo che era Pietro “per la gioia non aprì la porta, ma corse ad annunciare che Pietro stava davanti al portone. Quelli dissero: “Sei impazzita!” (At 12, 14-15).

Il contagio di gioia nella chiesa l’abbiamo goduto in occasione della canonizzazione dei Papi Giovanni 23° e Giovanni Paolo 2°. Non solo la piazza di S. Pietro fremeva di esultanza, ma anche la Polonia e Sotto il Monte. E milioni di persone che seguivano l’evento attraverso radio e televisioni. E con Papa Francesco?

E poi la gioia delle prime comunioni, delle ordinazioni sacerdotali: gioia che esce dai protagonisti diretti per espandersi nel cuore dei presenti.

04.05.14