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Carismi disprezzati

E se le differenze fossero carismi? E se ciò che critichiamo negli altri fosse esattamente un loro carisma, che l’invidia non ci permette di apprezzare? E se le dicerie della gente e dei frati fossero un’occasione buona per accorgerci della bontà, dell’umiltà, del bene degli altri?

Tutti noi siamo stati oggetto di critica negativa da parte del prossimo. Forse proprio la critica mentre ci rende più sicuri del nostro carisma, ci aiuta a purificarlo dall’orgoglio che si insinua in ogni nostro bene.

La critica può trasformarsi in un doppio motivo di lode: lode per la dotazione avuta e lode per la purificazione di essa.

Diamo sempre per scontato di non essere persone perfette. Però quando gli altri, con bontà o con malintenzione, ci mostrano la nostra naturale imperfezione, ci riesce molto malagevole vedere il nostro limite.

Forse in privato riconosciamo la nostra imperfezione, ma quando questa diventa un fatto pubblicamente notato, allora si spalanca in noi una profonda sofferenza. Di fatto non tutti coloro che notano i nostri limiti sono incitati a farlo secondo un loro bisogno di “amarci”. Sono rari gli amici, e non ci troviamo tra questi, che si interessino delle nostre difficoltà solamente per aiutarci.

E’ vero che sotto a tutto questo movimento raramente si nasconde la carità.

Eppure la sofferenza può essere indirizzata e alla nostra purificazione e a stimolare l’amore del perdono verso gli altri.

Il Padre mentre era presente alla sofferenza di Gesù sulla croce, sosteneva il figlio con tutto l’amore possibile sostituendo l’odio dei persecutori.

12.07.14