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G11  A Dio con gioia

Presentatevi a Dio, esultando! Ci suggerisce il Salmo. Ricordiamo la gioia degli Ebrei, ai quali era rivolta l’esortazione alla gioia, quando finalmente giungevano al santuario di Gerusalemme per lodare Dio.

Oggi, noi credenti in Gesù, ripetiamo la stessa esortazione, sapendo che dopo Gesù, non si adora più a Gerusalemme, ma ovunque “in spirito e verità”.
Perciò ogni volta che ricordiamo il perenne contatto di Dio con noi, scatta l’esortazione alla gioia.

Esiste, tra i cattolici, una situazione particolare di “contatto” con Dio: il sacramento della riconciliazione, o penitenza o confessione. Or bene, raramente si vedono un fedele e un “confessore”, i quali incontrandosi, sorridano. Eppure sono tutt’e due là, per gustare la misericordia di quel Dio, che – per dirla con Dante – “volentier perdona”. Il loro incontro si apre nella gioia per l’incontro con la dolce paternità di Dio. Eppure non riescono a sorridere, incontrandosi. Infatti essi non si incontrano solamente tra loro due, bensì loro due si incontrano con la bontà di Dio. I ruoli dei due sono diversi, ma l’incontro con il Padre è unico. E tutti e due collaborano per attirare la misericordia di Dio sulla sua comunità in terra.

Questa comunità si esprime in molte maniere sulla terra, dall’alleluja al miserere. Però è sempre un muoversi comunitario e il muoversi comunitario è illuminato dalla comunità trinitaria. Come in cielo così in terra: lo ripetiamo più volte al giorno.

Perciò il nostro “presentarci” a lui nella gioia, è un tentativo di presentarci a Dio, mentre ci armonizziamo con la felicità della sua beatitudine trinitaria.

05.05.14