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G14  Gioia per il bene

Gioia nel vedere il bene degli altri. Questo avviene, quando abbiamo scrostato da noi le squame dell’invidia o dell’indifferenza.

Scrive Giovanni nella seconda lettera: “Ho provato una gioia intensa, perché ho scoperto che tra i tuoi figli ci sono quelli che camminano nella verità, proprio secondo il comandamento che ricevemmo dal Padre (2Gv 1, 4).

Questa gioia per l’altro, si correda di due luci. Gioia senza invidia. Gioia per la comunione degli stessi beni.

Il godimento puro per il bene degli altri è il contrario dell’invidia, grazie a un sentimento più forte dell’invidia stessa. Noi, moderni, siamo sfortunati, perché respiriamo fin da piccoli l’aria della competizione. E così non apprezziamo il bene degli altri e quindi non siamo in grado di godere per lo stesso bene che c’è già in noi. La competizione distrugge la gioia, seppure può fruire di soddisfazioni.

La gioia per il bene dell’altro si moltiplica, quando il bene dell’altro si identifica con il bene nostro. I santi sono capaci di questo bene gioioso, quando essi, immersi in Dio, s’incontrano con persone anch’esse immerse in Dio. È la gioia dell’incontro di due immersi nell’Infinito, dove l’incontro trinitario delle persone non patisce confini. Nella Trinità ciascuno è il tutto, perché ciascuno partecipa degli altri due.

Superamento dell’invidia nella comunione, che è la “comunione dei santi”, quella cui noi affermiamo sinceramente di credere, sebbene non ne sappiamo di misurare la portata. La comunione gaudente tra i santi è un dono di Dio, perché essa po’ attuarsi soltanto nello Spirito Santo, perenne fonte della nostra gioia, ora e dopo.

Chi in Gesù si sente salvo, è capace soltanto di gioire per tutto il bene che vede e che apprezza.

07.05.14