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Completezza d’amore

L’amore completa la  Legge. Questo scrive S. Paolo. Per lui, addestrato alla scuola rabbinica di Gamaliele, era importante non trasgredire la Legge di Mosè. Infatti per non trasgredirla aveva addirittura perseguitato i Cristiani, perché, nel suo vecchio modo di osservare la Legge, stimava la fede in Gesù, una opposizione alla Legge.

Più tardi, illuminato dallo stesso Spirito di Gesù, scopre ed è sicuro che la fede in Gesù, anziché contraddire la Legge, la perfeziona e la completa. La completezza è di altro tipo della Legge stessa, che si è strutturata con precetti. Difatti la Legge è completata in una zona superiore e più intima: nell’amore.

Amando si completa la Legge (pedagogo, come venne definita) in un piano più maturo, nell’amore. L’amore per esserci non è stimolato da leggi, ma dalla forza di se stesso, forza che contiene tutte le sfumature dell’amore, e le dona, abbellendo la Legge (e le leggi!) stessa.

La frase di S. Paolo contiene anche un’un indicazione preziosa per l’interpretazione di tutte le religioni, e, addirittura, di tutte le leggi umane, quando non perdono il sapore della stessa umanità, come, per esempio, le leggi sull’uccisione e sull’aborto.

Cristo è il dono a ogni persona e a ogni realtà umana, che solamente in lui ritrova se stessa, si afferma, si completa e si salva. Noi, in quanto corpo di Cristo, completiamo le realtà umane. Chi rifiuta la Chiesa di Gesù, rinuncia alla valorizzazione e alla completezza della propria realtà. Cristo è l’inizio di ogni pace. Pace del cuore, tra gli uomini, delle e tra le nazioni. Il mondo non trova pace, se non trova Gesù. 

GCM 6.11.13