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Disperazione e gioia

È possibile, per il cristiano, programmare la gioia del suo vivere Gesù? Non è agevole compitare una risposta. La fonte necessaria del vivere Gesù, è lo Spirito Santo. Ma non si può programmare lo Spirito Santo, perché solo il Padre dona il suo Spirito a chi e come lui vuole.

Vivere Gesù è un dono esclusivamente di Dio. Gesù dice: “Quelli che il Padre mi ha dato, vengono sicuramente da me”. La nostra gioia quindi è nel nome del Padre.

Il Padre, però dà il suo spirito buono a chi lo chiede. E perciò lo Spirito Santo è connesso alla libera richiesta dell’uomo. Così si realizza la sinergia, che genera la gioia. Spirito Santo e preghiera: due libertà in concorso: la libertà totale di Dio, che non nega mai il suo Amore, perché non può rinnegare se stesso. La libertà umana, che accettando la propria umile condizione, chiede. Chiede con il “Padre nostro”, conscia che, come dice il Salmo, quando si è nell’angoscia e ci si rivolge a Dio, egli libera dalle angustie.

L’angoscia umana più profonda, si sviluppa quando si teme di non aver fede, di sentirci lontani da Dio, buttati nell’esistenza senza punti di riferimento.
Proprio in questo pericolo del mare profondo, che ci sbatte in alto e in basso (per usare le parole dello stesso salmo) l’angoscia si sviluppa, e nel pieno dell’angoscia si sviluppa la preghiera, assistita da Gesù: “Chiedete nel mio nome e riceverete”.

E costateremo che, nello Spirito, perfino la crudeltà dell’angoscia, può nutrire in seno, l’inizio della speranza e della gioia. Infatti Dio, con il suo Spirito, raggiunge ogni realtà, anche le caverne della nostra disperazione.

10.05.14