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Padre nostro

   
     Padre nostro: ecco l’inizio della preghiera, che è semplicemente una situazione di confidenza. Ogni preghiera è fiducia e confidenza con Dio. Dio si confida a noi, attraverso la vita e la parola di Gesù. Noi restituiamo a Dio la confidenza nella preghiera.

La preghiera cristiana non è un urlo da lontano, affinché un Dio assente ci ascolti, ma è una presa di coscienza e di affetto, che ci fa accorgerci del Dio presente che ci ascolta. Ci ascolta da Padre. Non da uno dei padri (spesso solo genitori) che circolano sulla terra, ma un Padre vero e unico, che Gesù ha voluto designare quale Padre dei cieli. Non è una distinzione irrilevante. Addirittura Gesù ci insegna a non chiamare “padre” nessuno sulla terra, perché l’unico Padre autentico è quello dei cieli.

Anche Paolo si foggia del nome di padre. Ma neppure lui è il Padre che è nei cieli.

Gesù, nella sua vita e, quindi, nelle sue parole, ci ha mostrato il suo caro atteggiamento verso il Padre, perché noi ci ponessimo nella stessa sua posizione esistenziale Noi grazie alla presenza dello Spirito e la nostra partecipazione della Chiesa, siamo uno con Gesù. Ci assicura lo stesso nostro Gesù: “Come io e il Padre siamo un tutt’uno, così i credenti devono essere un tutt’uno”. Questo tutt’uno dei credenti include tutte le persone che s’affidano a Dio (= credere), la prima delle quali è Gesù, appunto il “capo” della Chiesa.

Perciò da Gesù apprendiamo il nostro essere uniti al “Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”. Con Gesù siamo immersi in Dio, perciò il Padre nostro è una semplice conseguenza del nostro essere con Gesù in Dio, e possiamo quasi sentirci ambientati in Dio, nel pregare.

01.03.16