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Osservare la parola  


        Se uno mi ama, osserva la mia parola. Non obbedisce alla parola, come essa fosse un comando, ma osserva. Osservare, ossia conservare e guardare più a fondo.

L’osservazione è un continuo approfondire e ricercare, proprio come accade in un osservatorio astronomico. Gli astronomi non si stancano mai di guardare più in profondità gli spazi immisurabili del cielo. L’obbedire si correlaziona alla severità del comando. L’osservare nasce dalla spinta del desiderio e della passione verso un oggetto, come appunto avviene nel cuore dell’astronomo.

Perciò Gesù dice: Se uno mi ama. Dalla passione incontenibile per Gesù sorge il bisogno di non stancarsi mai nello scoprire la ricchezza della sua parola. Il richiamo all’amore è via per arricchire la scoperta. Gesù, che conosce il cuore dell’uomo, pone alla base della sua scoperta, proprio l’amore. L’amore stimola a guardare, ad ammirare, a godere per le ulteriori scoperte dell'immensità di Dio.

Gesù accenna all’intensità della scoperta: io e il Padre verremo da chi scopre per amore e con amore. Proprio l’osservare la sua parola è adito alla conoscenza di Dio: più, all’incontro con Dio, perché Gesù e il Padre amano e si uniscono a chi osserva con amore. L’osservare con amore sfocia nella comunione tra l’uomo e Dio, il Padre.

Chi si inoltra nell’osservare la parola di Gesù, finisce con l’incontro con il Padre. Questo non perché l’uomo raggiunge Dio (impossibile alla creatura), ma perché Dio raggiunge l’uomo. “Verremo da lui e ci fermeremo con lui”.
Attraverso l’osservazione della Parola, si consuma la totalità dell’amore unitivo.

01.05.16