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Battesimo vivace

Il battesimo è la riaccoglienza. Dio riprende l’uomo, perché lo riconosce debole. L’uomo è creato debole, ma non per riavvoltolarsi nella propria debolezza, ma per far entrare Dio nella propria vita, e rafforzarsi di lui.

Si indica il battesimo quale sacramento di aggregamento alla chiesa. È sì un rifugio nella comunità santa e dei santi, ma non tutto questo. Non è la nave, che sfugge alla burrasca, riparando dentro un porto. La misericordia di Dio, che accoglie il naufrago, lo assimila nel suo stesso amore misericordioso; tanto potente è la misericordia che accoglie, da rendere misericordioso lo stesso accolto per misericordia.

Il battezzato diventa misericordia perché vive di amore e con amore il gruppo accogliente, e diventa collante di amore per il gruppo stesso. Infatti la prima azione di misericordia e di perdono, si attua tra tutti i credenti, tramite il reciproco amore.
La misericordia amorosa di Dio nell’accogliere dentro la chiesa, rende l’aggregato tanto ricco di amore da essere lui stesso fonte attiva di carità.

Quando, disgraziatamente, un battezzato trascura la comunità, non la depaupera soltanto di un adepto, ma la impoverisce di una centrale di calore.

Il battezzato non è solo un salvato dall’amore, ma un partecipe della stessa bontà di Dio, fomentandola, in se stesso. La cosiddetta dignità del cristiano, non si ferma alla sua “elevazione” in un Dio statico, ma sale alla penetrazione con la bontà dinamica di Dio.

Si entra nel turbine dell’amore di Dio, e si compie in terra, quella volontà che si attiva in cielo. E tutta questa carica di amore, scatenata nel cuore dei credenti, è sempre ancorata all’infinita misericordia del Padre.

 09.09.15