HOME

Home > Chiesa SACRAMENTI > Articoli 2016 > Infangarsi

Infangarsi

 
     Gesù è coinvolto nel “mistero dell’iniquità”. Questo coinvolgimento sprigiona nel Padre, che ama Gesù, la misericordia per quanti sono oppressi dall’iniquità. Perciò il peccatore esige misericordia, il suo stato miserando reclama misericordia, la liberazione.

Verso il peccato, la peggiore della schiavitù, anche se l’uomo sogna catene d’oro per gustare la schiavitù, Dio mantiene l’atteggiamento simile a quello usato per gli Ebrei, schiavi in Egitto: “Ho udito il grido del mio popolo!” Il peccato stesso è un “grido”, sebbene non sempre l’uomo s’accorga di gridare.

Dio risponde, perché nella sua misericordia che perdona, egli stesso si infanga in Gesù. Il massimo dell’altruismo è accompagnare e condividere ogni situazione della persona, che si ama.

Ammiriamo coloro che per aiutare l’ammalato, contraggono la malattia che cercano di guarire. È il caso molto noto del P. Damiano.

La condizione di peccato di Gesù è da lui sinceramente vissuta dall’inizio alla fine della sua carriera di salvatore, Figlio del Padre.

All’inizio incontriamo il battesimo di Gesù. Giovanni Battista a chiare lettere diceva che il battesimo da lui conferito era un battesimo in remissione dei peccati. Gesù chiese quel battesimo. Giovanni cercò di dissuaderlo, Gesù invece insistette per “adempiere ogni giustizia”. Il Padre confermò che Gesù, uscito dall’acqua, era il Figlio amato.

Verso la fine della vita, ai due apostoli, che chiedevano il primo e il secondo posto nel suo regno, disse che essi dovevano essere battezzati nel suo battesimo. E sulla croce si sentì tanto unito al “buon ladrone” da farsi accompagnare da lui in Paradiso.  
15.09.15