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Ghermiti dal Vangelo  


     Quando udiamo la proclamazione del Vangelo, o quando lo leggiamo, possiamo trovarci in svariati stati d'animo. Es.: non ci interessa granché; lo sentiamo lontano, perfino ostile; desideriamo impossessarcene o per spiritualità o per studio; ci lasciamo ghermire da esso.

Essere ghermiti dal Vangelo è la posizione che più ci aiuta. Essere presi, perché il Vangelo è forza che trasforma; penetra, sconvolge, addolcisce. Raschia la nostra indolenza per purificarci. Guarisce le nostre piaghe e proprio quelle che il Vangelo ci provoca.

Diventare in balia del Vangelo, che faccia in noi l'opera di purificazione e di unione nel Padre con Gesù. Il Vangelo è l'unico libro vivo, che non attanaglia solo la nostra mente e il nostro sentire, ma assimila tutto il nostro esistere, quando noi cerchiamo di assimilarlo.

È  così salvifico essere assimilati dal Vangelo, proprio quando il nostro amore si sforza di assimilarlo.

Davanti al Vangelo (un modo con il quale Gesù continua a vivere sulla terra) le nostre resistenze contro Dio, la nostre paure, le nostre ansie, a poco a poco si dissolvono. Dentro di esso sentiamo quanto è dolce lo stare con Dio. È più efficace al nostro cuore, che non il nostro, pur importante, sforzo di contemplazione e di spiritualità.

Esiste una contemplazione del Vangelo, quando noi desideriamo penetrarlo per capirlo ed esserne illuminati. Esiste una contemplazione del Vangelo, più salutare, quando noi restiamo tuffati, semplicemente dentro di esso. Tuffati nel Vangelo è restare tuffati in Gesù, alla stessa guisa del nostro lasciarci assorbire dall'Eucarestia, quando il pane si dissolve in noi.

03.07.16