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Scoprire noi stessi 

Nel libro di Mosè troviamo l’avvertimento di Dio: “Non cercare né in alto, né in basso, perché la parola è nel tuo cuore!”:

So che Gesù salva, perché restituisce la persona umana a se stessa. Non è la salvezza di Gesù un avvenimento esterno, come ho visto io a salvare un uomo dall’annegarsi, prendendolo per i capelli.

Gesù ridesta noi a noi stessi, indicando la nostra vita nel prospetto di Dio. Il ricupero dall’innocenza primordiale, attraverso la luce dello Spirito.

È consolante accorgerci che siamo salvati per ciò che siamo, non con la confezione di un’altra persona diversa da noi.

Perché talvolta siamo presi dalla frenesia di essere altri da ciò che siamo? La serenità è frutto del nostro coincidere con noi stessi. Purtroppo educazione, società, pubblicità ci stimolano a essere gli eroi fuori di noi stessi. La figura di Adamo insegna: sarete come dei!

L’educazione, anche tra i cristiani, è abituata a indicarci ciò che “dobbiamo diventare” e non a essere ciò che siamo. E così perdiamo ciò che siamo e che saremo, man mano che la vita si sta svolgendo.

Gesù nella sua azione ha sempre restituito le persone a se stesse. L’ammalato alla “sua” salute. Il morto alla sua vita. Il peccatore alla propria innocenza.

La società pagana, o paganeggiante come la nostra, ci stimola al mito dell’eroismo, nel conoscere, nel possedere, nell’estetica; tale stimolazione tende a farci diventare “perfetti”, eroi, sublimi. E così ci stimola ad adorare idoli, o a essere idoli! Poveri stupidi!

Sto leggendo il titolo di un libro, che indica di cambiare noi stessi. Forse è meglio indicare di trovare noi stessi.

06.09.19