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Preghiera 5

Gesù recitò i salmi?

Da “pio israelita” anche le sue labbra hanno assaporato i salmi. Certamente egli avrà sentito la dolcezza del contatto con il Padre e l’amarezza delle frasi contro l’amore.

Nel suo insegnamento, come risulta chiaramente dal Vangelo di Matteo, introdusse non poche correzioni, in ciò che nei salmi si opponeva alla misericordia, al perdono, all’amore per i nemici.

Non rifiutò tutto ciò che nei salmi, e con essi la mentalità e la tradizione ebraiche, era contrario al suo spirito, non disprezzò i salmi, ma li corresse e da essi desunse ciò che lo riguardava: “Deve compiersi tutto ciò che di me sta scritto nella legge di Mosè, nei Profeti e nei salmi”. E dovette insegnare ai suoi, aprendo loro la mente alla esatta comprensione delle Scritture. Questo troviamo scritto nel Vangelo di Luca.

Gesù fu l’ape delle Scritture, scegliendo in esse quanto conduceva alla sua persona. E’ questo un orientamento per come gustare le Scritture, per come leggerle ed evitarne le eventuali storture, corrette da Gesù, per abituare le nostre labbra al gusto esatto dei salmi.

Non si può “gettare il bambino insieme con l’acqua sporca”. Anche tra i salmi è necessario amare ciò che era dolce alle labbra di Gesù, e rifiutare ciò che risultava amaro.

Da qui, dalla bocca di Gesù, nasce il nostro atteggiamento di accoglienza o di rifiuto. E’ necessario che il rifiuto abbia origine non sul metro della nostra privata sensibilità, ma sul metro dello stesso agire di Gesù. Allora l’accogliere o il rifiutare sono sulla linea della vita eterna.

GCM 18.08.12