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Amare i nemici 

Gesù ci dona un’indicazione, che si presenta strana, persino – a parer nostro – contradditoria: “Amare i nemici”. Se sono indegni di amore, come significa il vocabolo, perché costringerli a cambiare situazione?

Secondo i nostri (non intelligentissimi) criteri, qui stridono note stonate.

Però non guasta rammentare che Gesù è Dio, quindi creatore di nuove realtà: “Ecco faccio nuove tutte le cose”.

Per Gesù il nemico amato, cessa di essere nemico. È il miracolo della carità “cristiana”, ossia di Cristo.

Forse noi ci dimentichiamo che nel credente vibra l’energia di Cristo, che usa dire Spirito Santo.

Quando Gesù ci indica di amare i nemici, con l’indicazione immette in noi la forza per realizzare la sua parola.

Amando i nemici, nella forza di Gesù, creiamo una nuova misteriosa realtà.

L’amare il nemico, cancella l’inimicizia; almeno la parte di inimicizia, che cova in noi, come una serpe.

Evidentemente amare i nemici, è indicato a quelli che vogliono vivere e vivono da “cristiani”. Coloro che il Padre aiuta, con il suo Spirito, affinché scovino nel proprio intimo i fermenti della creazione e della salvezza, fermenti attivi sia nella creatura, uscita dalle mani amorose del Padre, sia nel credente partecipe dell’amore di Gesù.

“L’amore più grande è donare la vita per gli amici”, non una vita dormiente. Dare la vita per gli amici. Lui continua a donarcela. Ecco l’Eucarestia e il Vangelo.

06.02.20