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Gesù assimilato

E’ facile essere inteneriti, quando ci si accorge che Gesù ama confondersi con noi, nell’Eucarestia. Esser cibo è destinazione all’assunzione, all’assimilazione. Or bene Gesù Eucarestia deve essere assunto e assimilato. Non solo “prendete”, ma anche “mangiate e bevete!”. E’ il modo del tutto inedito e straordinario di restare con noi, in noi che lo mangiamo. Gesù veramente produce l’unione con i suoi: essere consumato nella sua chiesa, dove è sempre presente. Gesù consumato nella Chiesa per suggellare la sua presenza.

Ci viene tristezza al pensare che Lutero pretese di privare i credenti della presenza tangibile di Gesù. Egli infatti pretese di ridurre quel “mangiate” a un semplice simbolo stimolante la fede. Certo che la fede è azione di quello stesso Spirito, che rende presente Gesù nel pane e nel vino. Perché non riconoscere tutta l’opera dello Spirito nel ripresentare Gesù ai credenti?

Gesù presente nel mondo, perché diventato Eucarestia. E completamente presente nel diventare Eucarestia mangiata.

Anche il cibarsi dell’Eucarestia concorre, e in modo principale, a condurre a quella “maturità di Cristo” della quale parla S. Paolo. Infatti la maturità di Cristo in  terra viene realizzata dai credenti: la loro fede, durante il tempo e la storia, fa crescere Gesù fino al suo completamento “alla fine dei tempi”.
L’Eucarestia cibata, suscita nelle viscere del credente l’energia per lo sviluppo della Chiesa, corpo di Cristo, fino al compimento della sua maturità, ossia fino alla sua completezza.

Chi riceve l’Eucarestia, non si appropria semplicemente dell’energia di un viatico individuale, ma fa crescere tutto il corpo di Cristo.

GCM 14.06.12