HOME

Home > Chiesa SACRAMENTI > Articoli 2013 > Semplice preghiera

Semplice preghiera

Gesù insegna a pregare, non esplicando una teoria o una teologia sulla preghiera, ma semplicemente pregando. Anche la fede si acquista non attraverso teorie sulla fede, ma semplicemente credendo. Impariamo dai bambini, che apprendono assumendo direttamente i comportamenti dei genitori, e molto meno, o niente, dalle loro parole.

Gesù, quindi, richiesto dai discepoli di insegnare loro la preghiera, come Giovanni aveva insegnato a pregare ai suoi, semplicemente prega: “Padre, sia riconosciuta divina la tua persona”.

Pregando si impara a pregare. Pregando, ovviamente, non affastellando formule. L’eventuale formula è soltanto la porta per accogliere il contenuto che essa presenta. La formula o è adito alla sostanza, o è un inutile spreco di fiato.

Gesù dice: pregate e così imparerete a pregare. Perché?

Semplicemente perché la preghiera in Gesù (tuffati nella sua preghiera resa anche formula), comporta sempre l’azione interiore dello Spirito Santo.

Gesù vuole che nel pregare ci rivolgiamo al “Padre”. Quanti “Signore” sprecati durante le preghiere, perfino liturgiche, ossia ufficiali per la Chiesa.
Rivolgersi al “Padre” non è una variazione sul tema “Signore” oppure “Dio”. Il Padre è l’impronta fondamentale del nostro pregare, come era ed è l’impronta eterna di Gesù, Figlio del Padre.

Se da figli rivolgiamo la nostra preghiera al Padre, essa è sostenuta dallo Spirito Santo, nel quale e con il quale il Figlio (e in lui noi, figli!) è unito al Padre.
Solo da figli la nostra preghiera si fa “spirituale”. Se non figli, la nostra preghiera è extrafamiliare, rivolta a un Signore.

Gesù ha voluto introdurci nella sua vita insegnandoci a pregare.

GCM 10.10.12