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Speranza sicura 

La preghiera di S. Paolo (Ef 1, 15 ss) chiede a Dio, che dona ai suoi amati, non solo il dono della sapienza e della rivelazione, tramite la fede, ma anche il dono di guardare con serenità, tramite la speranza.

Dio “illumini gli occhi della mente vostra, affinché possiate comprendere quale è la sapienza della chiamata (vocazione) sua, ossia la ricchezza della sua eredità nei santi”.

Scrive: “illumini gli occhi della vostra mente”. Il greco alla lettera: "illuminati (gli occhi siano illuminati con l’opera di Dio) gli occhi del cuore”. L’ illuminazione non si avvale della mente, ma del cuore. Tutte le potenze dell’animo sono coinvolte. Tutta la persona è coinvolta in questa illuminazione.

Illuminati per “veder” che cosa? “Comprendere quale è la speranza della sua chiamata”. Non semplicemente “la speranza”, bensì “quale è la speranza”. Gli occhi del cuore non si aprono alla speranza (speriamo che…), ma alla qualità della speranza, una qualità che si armonizzi alla “chiamata”, alla elezione di Dio. Non si tratta solo del desiderio (di un futuro migliore), ma la certezza di avere la caparra della sua eredità tra i santi. Caparra, che è in noi la presenza dello Spirito, e che ci rende certi di un futuro basato sulla presenza e sull’azione di Dio.

Se è promessa di Dio, è promessa della ricchezza della “gloriosa” (divina) eredità tra i santi (i credenti).

La caparra non genera incertezza, ma ci rassoda nella certezza serena e fiduciosa di quanto Dio genera in noi, dopo essersi impegnato.

Del resto, dopo l’incarnazione di Gesù, Dio è impegnato verso gli uomini.

24.08.15