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Consumismo febbre

Siamo tutti affetti da un morbo terribile e nascosto: l'euforia del consumismo. Da questo morbo forse non ci liberano le medicine, anch'esse, almeno in parte, sono responsabili dell'euforia consumistica. Ci può solo liberare colui, che “tutto può”.

Ma sembra che lui stesso sia da noi impedito di intervenire. Dio ha voluto l'uomo libero, correndo lui stesso il pericolo di soffrire la libertà umana, che gli si rivolge contro. Eppure ci vuole liberi, affinché la nostra collaborazione con lui sia sempre corredata dalla qualità più bella possibile: la libertà.

Eppure, quando a Natale si viene in chiesa, ci imbattiamo nel consumismo, che sta invadendo la casa di Dio (nuovo tempio con gli acquisti?). La semplicità cordiale del Natale, sembra turbata da ornati inutili o addirittura disturbanti il raccoglimento. Una chiesa addobbata in modo pesante, non conduce alla pietà, ma sfoggia vanità.

La necessità di avere un cuore libero a Natale, proviene dal ricovero di Gesù a Betlemme. È posto semplicemente nel luogo più caldo, che le circostanze gli permisero: un po' di paglia. Il minimo.

Per armonizzarci con Gesù a Natale, pur riconoscendo certi valori umani alla tradizione, sarebbe necessario lo svuotamento, per scoprire se, al di là della nostra pretensione, c'è ancora in noi un pugno di paglia che possa riscaldare.

La povertà di segni, è la stessa che accoglieva a Betlemme, il “Padrone del mondo!”.

23.12.15