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Il fascino di Gesù

La speranza cristiana non si basa su labili desideri dell’uomo. La speranza è l’attesa che Dio completi in noi ciò che ha attuato in Gesù.

Quindi il cristiano spera (felice!) perché egli vive, in Gesù, “la straordinaria grandezza della sua potenza nei riguardi di noi che crediamo”. La speranza della nostra gloria si realizza perché Dio può tutto, lui che risuscita Gesù e cancella il nostro peccato, poiché la sua potenza è l’amore di Padre. La forza che Dio immette in noi, per alimentare la speranza, è “efficace”. Dio può salvare, grazie alla sua potenza, Dio vuole salvare, grazie al suo amore.

Se la speranza è certa perché Dio ci può salvare, tale potere è costatabile nella storia di Gesù, e in particolare la potenza di Dio “si dispiegò in Gesù, con il risuscitarlo dai morti, e con l’insediarlo alla destra nell’alto dei cieli”.

Paolo ricorda ancora una volta, il mistero impensabile di Cristo. Per i cristiani la speranza è cristica. Ciò che ha vissuto Gesù è riservato anche al cristiano.

Perciò Paolo si dilunga nel ricordare la gloria di Gesù, quasi per indicare ai credenti la sublimità loro, rispecchiandosi a quel Gesù che è: “al di sopra di ogni Principato, Autorità, Potenza, Signoria, e di qualsiasi altra realtà, che riconosciamo non solo su questa terra, ma anche nel mondo futuro”.

Paolo non solo fu affascinato, anzi abbagliato nei pressi di Damasco, ma continua a essere affascinato da Gesù, e, in quanto può, ne elogia la sublimità della sua presente situazione.
Per Paolo, Gesù è sopra ogni realtà, sopra qualunque eminenza. Eppure proprio questo sublime Gesù, ci ha fatti suo corpo, quasi il suo  stesso io.

24.08.15