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Benedizione celeste

La nostra preghiera quotidiana riconosce che la volontà di Dio in terra corrisponde alla volontà di Dio in cielo.

Il Dio benedetto ci ha benedetto. Questo troviamo nella lettera agli Efesini. Il testo suona: “Il benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, il quale benedisse noi per mezzo di ogni benedizione spirituale nelle regioni celesti attraverso Cristo”.

Ecco alcune riflessioni.

Dio è il benedetto, non colui che viene benedetto da noi, ma colui che è benedetto in sé, fonte di ogni bene che sia realizzato.
La benedizione si attua attraverso Gesù, ma solo perché egli dipende da Dio, suo Padre.

La benedizione è celeste, ossia divina, e perciò è spirituale. Benedizione quindi nello Spirito.

Evidentemente il testo è trinitario: Padre, Gesù Cristo, Spirito. La immissione della grazia e della pace nei santi credenti è una profusione trinitaria.

Essendo nella Trinità, la nostra posizione è nei cieli, e perciò siamo benedetti, come dice il testo, nelle regioni celesti, le regioni di Dio (epuraniois).

In altro contesto Paolo afferma che noi siamo stati progettati da Dio, poi realizzati attraverso quell’azione divina che è la procreazione, quindi siamo stati chiamati, poi santificati, e glorificati, ossia immessi nello stesso ambiente di Dio. In questo ambiente giochiamo il valore della nostra vita, e la stessa vita divina.

Paolo, quando scrive alle chiese (e a noi, che siamo chiesa) egli si rammenta sempre che sta trattando con i santi. Anche quando deve riprendere, egli si ricorda di agire con santi. Da qui il suo rispetto e il suo amore per “le chiese”.  

15.08.15