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Cristianesimo senza padri  

Il salmo e tutto l’A.T. indicano una catena naturale per trasmettere la salvezza. L’udire con i propri orecchi il racconto delle meraviglie operate da Dio. Le deve udire il figlio dalla bocca del padre. La catena della salvezza si trasmette da padre a figlio a nipoti.

Il compito di “narrare quanto fece il Signore” è riservato ai padri e ai profeti. I sacerdoti non hanno il principale compito del “catechismo”, bensì quello del culto, al quale si accede dopo l’istruzione religiosa.

Da padre a figlio. Compito del padre è quello di trasmettere la vita e la verità. Compito che nel passato e nel presente è stato trascurato. Quindi si dilaga l’ateismo concreto della società.

La neghittosità paterna nel trasmettere la verità, è causa della irreligiosità nei giovani. Però anche quando i nostri padri si interessano dell’educazione dei figli alla salvezza, purtroppo quasi sempre questa si restringe a “ciò che si deve fare: “onestà e culto”. Serpeggia il rifiuto dei padri nel tacere sulla rivelazione.

Il clero esercita la supplenza per la mancanza dell’annuncio paterno. Per i padri riesce comodo affidare alla madre e ai preti il compito della trasmissione della fede. Preti e madri si arrogano il compito primario della catechesi, mentre la loro azione è di supplenza e di supporto.

Per i padri la domenica ha più senso restare al bar o allo sport, che non fermarsi con i figli per trasmettere loro la rivelazione… salvo a inveire e a dolersi, perché i figli “non vanno  più in chiesa”.

Tampone “risibile” alla inosservanza dei padri, è l’istituto dei padrini e delle madrine.

Colpa dei padri. I nostri padri hanno peccato e la colpa passa ai figli.

28.08.15