HOME

Home > ITINERARIO e PSICOLOGIA > Articoli 2013-02 > Virtù e amore

Virtù e amore

Ci fu un tempo, nel quale i cristiani furono avvinti dalle dottrine stoiche sulle virtù. Allora nacque una competizione con gli stoici, mostrando in primo piano lo stesse virtù, indicate dalla Stoa, e vibranti in seno ai cristiani.

A poco a poco l'esaltazione delle "proprie virtù" stese un velo sull'essenza del cristianesimo. Il Cristianesimo si salva per la fede in Cristo, non per l'esaltazione delle proprie virtù.

Le virtù nascosero la fede, e con la fede l'amore. E si trovarono virtù senza amore. Quando addirittura l'amore non fu considerata una semplice virtù. Virtù Teologale, quanto si vuole, ma una virtù come la fede e la speranza.

Di fronte alla virtù in comune con lo stoicismo (quelle di tipo cardinale) si opposero virtù teologali.

E' l'amore? Quello che lega Dio a noi, e noi a Dio?

L'amore fu vinto e oscurato dalle virtù. La necessità di amare, decadde di fronte alla necessità di esercitare la virtù. E, anche nella considerazione corrente tra i non fedeli, il cristiano fu misurato sulla sua fedeltà alle virtù, e non sul suo amore a Dio.

Il re David, perchè è considerato santo? Per la sua voglia di uccidere i Filistei, per il suo adulterio sanguinario con Betsabea? Egli certo non fu un grande virtuoso. Invece fu un serio credente. Non è santo per le sue mascalzonate, ma per il suo pentimento e per il suo attaccamento a Jahveh.

Trascurare le virtù? Non affatto. Ma non esaltarle più dell'amore di Dio e all'amore a Dio.

GCM 27.01.12