HOME

Home > ITINERARIO e PSICOLOGIA > Articoli 2013-02 > Purezza attiva

Purezza attiva

Nel Vangelo di Giovanni leggiamo che i discepoli sono puri grazie alla Parola di Gesù da loro accolta.

Nel Vangelo di Luca, Gesù, dopo aver rimproverato il suo anfitrione fariseo, che l’aveva invitato a pranzo, dice di donare ciò che sta dentro il piatto, e così si acquista la purezza.

Sono due modalità per purificarci. Con l’una riceviamo, con l’altra doniamo.  Riceviamo famelici la Parola di Dio che salva. Doniamo l’avere ai poveri, per purificarci, liberandoci dal superfluo. Due movimenti, due dinamiche, che causano la purezza.

La Parola di Gesù, entra, accende, brucia, producendo quel “residuo eccedente” che non è più nostro, ma dei poveri. Poveri di mezzi, di intelletto, di affetto. Come diamo, ci purifichiamo.

Di quale purezza si tratta? Di quella che ci conduce e ci induce a essere bambini per entrare nel regno dei cieli.

Purezza, ossia limpidezza del cuore, anche aiutando il povero, sicuri che soltanto i puri di cuore vedranno Dio.

Dio si vede attraverso la fede nella Parola di Gesù: è una realtà ovvia. Però si vede Dio anche quando “doniamo in elemosina”? Non lo vediamo, eppure lo incontriamo, sotto i cenci del povero, la fame dell’affamato, le angustie del carcerato. E’ accostato Dio, perché tutto ciò che abbiamo fatto di bene ai piccoli, l’abbiamo fatto a lui.

La purezza non è passiva: essere puri perché siamo a posto con la legge dei dieci comandamenti. Invece essa è attiva:  attiva nell’ascolto (la gente si accalcava attorno a Gesù), e attiva nell’aiuto (il samaritano si dà da fare per soccorrere il ferito).

GCM 16.10.12