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Perdono. 2

Il perdono donato da Dio, non è un evento automatico. Dio non agisce nell’uomo, opprimendo la sua libertà. La libertà umana attua, in Dio, la libertà dal peccato, ossia il perdono del peccato.

Qui si presentano due motivi di riflessione.

1) Nella Chiesa, durante il percorso del tempo, si sono sviluppati la specificazione di ciò che è peccato, e l’iter per la realizzazione del perdono del peccato. L’una e l’altro nel loro mostrarsi hanno subito e subiranno continue variazioni, come ben vediamo dagli studi sullo svilupparsi della “penitenza” e della “riconciliazione” durante i diversi tempi della Chiesa. Perciò va sempre tenuto presente che le forme di esplicazione del perdono nella Chiesa non sono assolute e fisse, pur mentre sicuramente perdura il perdono di Gesù nella Chiesa.

Ciò riguarda anche il concetto di peccato. Infatti ciò che in un’epoca è ritenuto peccato, in epoca diversa può essere visto come non peccato, o non peccato grave, soprattutto in quanto concerne i precetti della Chiesa.

2) Per accedere al godimento del perdono, sono richieste alcune condizioni.

La prima è la coscienza convinta del peccato. Coscienza che non parte dal nostro sentire soggettivo (senso di colpa), ma dal nostro confronto con il Vangelo. Non conoscere il Vangelo potrebbe costituire il  primo peccato, la prima rottura con quel Dio, che ci parla.

La seconda, ma non ultima, è la promessa della conciliazione. “Tornate da me e io tornerò da voi”, ripete la Bibbia. La conciliazione con Dio, con la Chiesa, con i fratelli, favorisce la concessione del perdono.

Di ogni perdono: di Dio, della Chiesa, degli uomini. Tra i cattolici, il servizio del confessionale è solo la sicura manifestazione del perdono di Dio.  

                                         
GCM 16.03.13