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Il peccato all’origine

Sulla teoria del peccato originale si sono dette e scritte di ogni genere, pro e contro, sorridendo o pontificando. Il problena riemerge anhe nel periodo natalizio. Ci si chiede: Gesù è venuto a pogliere il cosiddetto peccato originale? E Maria è coinvolta o ne nello stesso peccato?

Il racconto mitico di Adamo non è un fatto storico, si sa. Però da esso si possono ricavare alcune osservazioni.

Nella versione più corrente del peccato originale, seguendo anche le indicazioni di Sant’ Agostino, si dice che dopo il peccato di Adamo si sono scatenate le passioni che inducono a nuovi peccati.

In realtà l’uomo pecca, “in origine” e in ciascuno quotidianamente, per un errato uso della libertà, non solo per l’urgenza irrefrenabile delle proprie passioni.

Le passioni sono semplici energie di cui è dotato l’organismo umano, sono stimolo e aiuto all’agire, necessario per conservare e sviluppare il vivere. Di loro natura non sono né bene né male: sono energie. Diventano bene o male, secondo l’uso  che ne fa la libertà umana. Sembra che le passioni negli animali, abbiano un percorso definito. Nell’uomo segnano un percorso umano, ossia libero. Proprio la libertà umana, per attivarsi, abbisogna di passioni, da essere condotte proprio dalla libertà.

Senza passioni la libertà non avrebbe senso, né spazio di scorrimento.

Il peccato di Adamo, comunque lo si voglia interpretare, non crea le passioni, ma le presuppone, altrimenti lui non avrebbe desiderato “essere simile a Dio”.

Il peccato umano, anche il cosiddetto peccato originale, è dovuto alla necessaria finitezza dell’uomo in quanto creatura e non creatore assoluto.

Ciascuno di noi quando l’uso della cosciente libertà comincia, commette un primo peccato “originale” primo anello della catena , che solo con l’aiuto di Dio può essere interrotta liberamente.

Il Natale ci ricorda che Gesù è presente anche per restituire alla nostra libertà la misura voluta da Dio. Gesù, nascendo, redime anche la libertà stessa dell’uomo e della donna.

27 luglio 2013