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SPERI

Noi, della SPERI, abbiamo belle idee e pochi mezzi. Però i nostri mezzi sono le persone che accettano e condividono le nostre idee, e sono capaci di lasciar perdere le sciocchezze della volgarità e il superamento della spazzatura, che non raramente ammanniscono pubblicità, radio, televisioni, giornali, libri, e la diarrea di chiacchiere da cortile o da piazza. Il coraggio di non essere travolti dalla dilagante volgarità, o dagli insistenti stimoli di spiritualità fasulle.

Non sappiamo dove arriva la nostra voce. Si offrono ad aiutarci alcune agenzie di pubblicità. A pagamento. Non abbiamo soldi e non ci va di far parte della curiosità. Il nostro metodo è semplice: quello di Filippo, che, incontrato Gesù, invita Natanaele a recarsi da Gesù. Abbiamo incontrato pochi Natanaele.
Molti, conoscendoci, esclamano: “Oh, che bello!”. Ma non riescono ad andare oltre la loro esclamazione, nemmeno quando questa non è di prammatica.

Eppure non è l’insuccesso che ci guida. Siamo convinti che il bene compiuto arricchisce sempre il potenziale di energia positiva di tutta l’umanità. Non sappiamo attraverso quali vie, ma ciò avviene. Proprio allo stesso modo, seppure inversamente, il propagarsi del male, che poi perisce con Sodoma e Gomorra.

Quel poco che possiamo noi lo facciamo. E sentiamo in noi avverarsi quanto Paolo diceva degli Apostoli di Gesù: “Noi stolti a motivo di Cristo… noi deboli…” (I Cor 10, 4). “Poveri, che però arricchiamo molti, gente che non ha nulla, eppure possessori di tutto” (II Cor 6, 10).
Il nostro interesse è Gesù da offrire agli altri. Altrimenti la nostra vita perderebbe ogni scopo, ogni valore, ogni attrattiva.

Poter parlare di Gesù durante la nostra vita, fino al momento nel quale finalmente Gesù parlerà a noi. Felici nell’attività e nell’attesa.

GCM 09.05.12