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Il doppio atteggiamento

L’Antico Testamento e il Nuovo, creano due atteggiamenti di fondo diversi. Lo diceva S. Paolo quando distingueva la Legge dalla Grazia.

La legge facilmente ci pone in una situazione di guardia, in un atteggiamento di sudditanza e, non raramente, di colpa. La grazia crea in noi riconoscenza, affetto e luce.

Il confine tra Legge e Grazia è la Croce di Gesù, quando le leggi lo condannano a morte, e nello stesso momento la sua morte ci abilita alla risurrezione.
La croce non è solo castigo, ma è anche grazia.

Paolo ci avverte che prima che venisse la legge era in pace. La legge lo rivelò e lo fece peccatore. Con la legge egli “conobbe” il peccato. La grazia non sa il peccato, e lo ricorda per presentare Dio che ama il peccatore. Gesù che è venuto per i peccatori.

Purtroppo spesso i cristiani, sottomessi a leggi, agiscono da sudditi: fanno ciò che è obbligatorio. Se invece ricordassero di essere figli, non sudditi, sentirebbero la vita come dono, che canta la libertà.

Gesù, quando venne richiesto di pagare l’obolo obbligatorio a favore del tempio, fece notare chiaramente che solo i sudditi sono sottoposti alle leggi, mentre i figli ne sono esenti. E’ la libertà dei figli.

Quanto dell’atteggiamento veterotestamentario, rimane infiltrato nella nostra sensibilità!

Liberarcene da soli è difficile. Ma noi ci fidiamo di quel Gesù, che ci ha liberati, affinché rimanessimo liberi. O forse non crediamo molto nella libertà di
Gesù, perché non crediamo totalmente e perdutamente in Gesù.

Liberi in lui, da lui apprendiamo la gioia della libertà.

GCM 31.10.12