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Strade di Dio

Nessuno sa attraverso quali strade il Signore lo chiama. Paolo camminò prima sulla via della ribellione e poi su quella della libertà d’obbedire. Agostino camminò attraverso la carriera brillante, il disordine, l’incontro con Ambrogio, la conversione, l’episcopato e l’approfondimento del cristianesimo. Francesco attraverso la frivolezza e l’ambizione prima, e l’amore sofferto per Gesù poi.

Le strade che sembravano condurre lontano, erano l’attrazione verso il varco, dove Gesù attendeva.

Strade di Dio sono il successo, l’insuccesso, la malattia, il peccato, nel quale è duro recalcitrare contro lo stimolo di Dio. Anche le nostre pazzie sono strade che, conducendoci sull’orlo dell’abisso, ci avvicinano alla percezione del vuoto.

E nel vuoto la voce di Dio, perfino talvolta rimbombante, si fa udire.

Quando ripercorriamo, con il ricordo, le nostre strade del passato, ci accorgiamo che si snodava un filo, che non sempre avvertivamo e che ci conduceva a Dio.

Alla fine della vita, quando il bisogno di Dio si fa cocente e la presenza di Gesù è più ravvisata, allora non soltanto la nostra speranza cresce, ma anche la luce di Dio ci rende più sicuri del suo amore.

La strada di Dio è semplice: è il nostro vivere rivolti a lui. Gli avvenimenti, gli incontri (anche quelli che possono averci sviati), gli studi, la professione, gli affetti, sono tutti tappe del nostro cammino verso Dio. Non sappiamo perché e come, ma tutto ci porta a Lui, alla sua misericordia.

GCM 02.09.08