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Ricuperi

Quanta tristezza suscitano le persone che si lodano, esaltando la propria lealtà, sincerità, generosità, ecc. Non serve per loro la frase popolare ironica: “Chi si loda, si imbroda”. Serve la parola di Dio: “Tu chi sei, perché pretendi di lodarti?”.

L’autoesaltazione è un pericolo, che tutti portiamo in casa nostra. Almeno il pericolo dell’autogiustificazione o della difesa personale, quando altri ci rimproverano.

Tu, chi sei, per lodarti? Solo Dio giustifica, ossia rende giusti noi con la sua parola.

Noi non ci facciamo buoni, nonostante la nostra buona volontà. Solo Dio mi fa buono, quando sono affidato a lui.

Dio non solo mi rende buono, ma continua a restaurare la mia bontà, che ogni giorno  mi ingegno a incrinare spesso. Sto pensando alla quantità di pensieri contro la carità e di distrazione durante la preghiera in aumento con l’aumento dell’età. Mi consola la bontà di Dio, che mi ama molto al di sopra del mio amore.

Allora scopro la bellezza di quel perdonare settanta volte sette.

Sappiamo che tutte le indicazioni che Gesù dona nel Vangelo, sono prima passate attraverso la sua esperienza: lui per primo ha perdonato settanta volte sette.

E lui è l’espressione tattile del Padre, che perdona infinite...volte sette. Perciò sono sicuro che dopo ogni incrinatura della carità e della preghiera, per quanto ripetuta, e dopo il mio ravvedimento, lui mi continua a perdonare e vince la mia amarezza per l’errore, con il suo amabile sorriso eterno.

GCM 30.06.09