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Con chi?

Dimmi con chi vai, e ti dirò chi sei.

Questo antico proverbio nasce dall’eterna esperienza.

Anche nei salmi, per indicare un comportamento illecitamente ambiguo, si recita: “Tu vieni a offrire una vittima, e poi ti fai compagno dei malvagi e degli adulteri”.

Le scelte si compiono, su una base di congenialità, di affinità. E’ una legge desunta dall’uso, ed è, spesso, una maledizione.

Con i santi in chiesa, e con i beoni in taverna, era un detto comune nella letteratura italiana medievale e rinascimentale. E include una verità sempre attiva.

La stessa idea era coltivata dai farisei, che si scandalizzavano di Gesù, perché si sedeva a pranzo con i peccatori e i pubblicani. Infatti: “Venne Giovanni il Battezzatore, che digiunava, e lo accusavano di avere un demonio. Venne il Figlio dell’Uomo, che mangia e beve, e lo accusano di essere un mangione e un beone, amico dei crapuloni”.

La legge dell’affinità nel creare amicizie e consuetudini, è vera, ma non assoluta. Gesù ne mostra l’inconsistenza. Gesù infatti mangiava con i pubblicani, non per seguire il loro peccato, ma per attirarli alla grazia di Dio.

E’ l’intenzione che specifica l’azione.  Anche nelle cose più importanti. Avvicinare il proletario per rivoluzionare l’ordine costituito, è l’intenzione di Marx e dei neo-liberali. Accostarsi al povero per amarlo, per coscientizzarlo, per indicare che anche per lui c’è salvezza, è l’intenzione amorosa di Gesù.

Noi andiamo con Gesù, proprio perché solo con lui scopriamo veramente chi siamo: figli di Dio.

GCM 19.07.09