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Rigidi guariti?

Le persone rigide ci infastidiscono. Sono rigide perché hanno grandi paure segrete: la paura di esser criticate dagli altri e soprattutto da se stesse, ossia da quel giudice beffardo che è l’autostima ingessata.

Le persone rigide non potranno mai essere felici, acquistare nuove abilità, perdere false sicurezze. Per di più, disprezzano la semplice felicità degli altri, e, se possono, la turbano e ne disturbano la serenità con la loro critica, il loro sarcasmo, i loro lamenti e i loro brontolamenti.

Sono malati che infestano l’ambiente nel quale vivono, e minano la convivenza. Per loro la misericordia, perfino verso se stessi, non esiste.

Le persone rigide possono essere rigide in tutta la loro personalità, oppure in alcuni importanti settori. Certamente non riescono a godere delle mille inflessioni gioiose dell’ambiente, e vivono soffocate dentro la corazza che si sono procurate.

Orpellano la rigidezza nelle parvenze della coerenza, e si condannano dentro un’esistenza a una sola dimensione. Il male che producono a sé e agli altri è incalcolabile.  Hitler e Stalin erano rigidi.

Sono malati, e, come tutti gli ammalati psichici dai borderline ai paranoici, rifiutano di giudicarsi malati.

Ci sono situazioni ambientali, che favoriscono la rigidità: è più facile che essa si annidi in montagna o nei lunghi viaggi marini, nella povertà o nella troppa ricchezza.

Si può guarire dalla rigidezza? Il metodo è semplice a essere indicato, meno semplice a essere applicato. Infatti la rigidezza deriva dall’aver assolutizzato qualche aspetto, o molti aspetti, dell’esistenza. La guarigione: relativizzare tutto. Per relativizzare tutto, sapere che Dio solo è assoluto. Beati i miti di cuore?                                   

    GCM 26.08.09