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L’aiuto della teologia

La teologia è una di quelle scienze umane, che fanno la sapienza di questo mondo? Sapienza che contrasta con la sapienza di Dio?

Se è così, vale la proposizione di Turoldo: e poi la morte dell’ultimo teologo.

Può la teologia negare l’evidenza del Vangelo, e l’ultima parola del Padre nostro? Può dubitare della verginità di Maria? Può declassare la grandezza di Maria? Può negare l’opera degli angeli?

Insomma, la teologia può negare con metodo filosofico, quelle parti del Vangelo che non combaciano con le esigenze del metodo filosofico, applicato alla riflessione su Dio?

Quando qualche parola del Vangelo si oppone alla Legge, può prevalere ancora la Legge? Paolo dice di no! Paolo che era un buon intrerprete della Legge.

La teologia può interpretare, ma non negare. Può anche negare, come ipotesi di ricerca, per poi scovare nella stessa parola di Dio, la risposta.

La teologia, nel settore ermeneutico, può e deve chiedersi, per esempio, che cosa è il Satana, ma non può negarlo. Può superare le descrizioni popolari del diavolo, ma non ne può negare l’esistenza. Può non accettare la descrizione delle modalità del suo operare, ma non può escluderne l’influsso nell’uomo.

La teologia è un aiuto importante per la nostra fede, è un lavoro che influisce sui concili ecumenici (lavoro preziosissimo) e quindi sulla scoperta ulteriore della rivelazione e sul supporto dei  nostri retti comportamenti per attuare il Vangelo; però fino a che rimane nell’ambito della ricerca e delle ipotesi, non è in grado di dirigere il nostro rapporto con il Padre.

GCM 04.09.08