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La fede

L’azione più facile per noi, è il credere. Crediamo  a tutto. Al nostro occhio capace di vedere, al venditore ambulante, allo scienziato e al politico. Eppure quando Dio dice: “Credetemi!” noi incespichiamo.

Tutta la nostra giornata è intessuta di una  rete di piccoli o di grandi atti di fede. In casa, per strada, in ufficio, in fabbrica: crediamo, ossia ci fidiamo della solidità del pavimento e della capacità degli uomini.

Tutto questo strato di fede continua, è una preparazione alla fede in Dio. Mentre le altre fedi quotidiane celano impreviste delusioni (chi mi assicura che il pavimento non cederà sotto i miei passi?), quella in Dio è basata sulla cruda verità. Si risorgerà, ma prima sicuramente ci aggredirà la croce.

Proprio questa certezza della croce ci induce a cancellare la fede con le sue magnifiche promesse. Mentre le altre promesse nascondono i tranelli connessi. Un barlume di sincerità lo troviamo nascosto nei fogli di accompagnamento dei farmaci: effetti secondari.

La fede in Dio è cancellata , perché egli ci indica di prendere la nostra croce quotidiana. Ci illudiamo di evitare la croce, chiudendo gli occhi alla fede congiunta alla realtà. Poi quando la realtà ci assale, allora ce la prendiamo con Dio, come se lui non ci avesse avvertito precedentemente.

Nella fede, nel fidarci è inclusa la nostra pace, chiara e serena.

E’ vero che gli uomini non amano la pace. Perciò rifiutano la fede, che sola può donare la pace.

GCM 21.02.09