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I piccoli

Sono contento che il Padre mi ha fatto restare piccolo. La verità mi sorride sempre, e la posso comunicare a chi è piccolo come me, e perciò l’assapora.

Se fossi grande, conosciuto, promosso alle cariche civili o, a più ragione, a quelle ecclesiastiche, sarei seguito non per la verità, ma per la carica.

Ho udito parlare prelati, richiesti da altri prelati, che dicevano ovvietà sconsolanti. Ho visto tirapiedi preparare conferenze da pronunciare da un prelato.

Mi torna spesso in mente la cattiveria che si diceva sul conto dell’onorevole Misasi, quando fu nominato ministro della Pubblica Istruzione. All’udire la nomina, la madre esclamò: “Se avessi saputo che avrebbe fatto tanta strada, l’avrei mandato a scuola da piccolo!”.

E’ questa una delle solite cattiverie dei politici. Però la barzelletta è applicabile a più di qualche grande.

I piccoli sono seguiti con il cuore da chi, nella semplicità, si sintonizza con loro. Non sono seguiti per i loro paludamenti, ma per la loro verità.

Maria di Nazareth aveva intuito lo stile di Dio, che vede la bassezza della sua serva, e perciò tutta la gente la proclama beata.

Gesù, quello umiliato fino alla morte di croce dopo essersi annichilito come Figlio di Dio, trovava naturale che i piccoli lo comprendessero, e che i sapienti lo snobbassero.

Dio si rivela nel nascondimento. Perciò i monaci del deserto erano diventati grandi consiglieri di vita.

GCM 30.03.09