Desiderio è già“Vorrei pregare, ma non mi riesce”. “Vorrei amare Dio, ma il mio cuore non risponde”. “Vorrei pregare, ma resto arido: non mi vengono le parole”. Vorrei: è desiderio. Di preghiere, di amore. Desiderare di amare è già preghiera. Il rimpianto di non riuscire è già un essere entrati nella zona di ciò che si desidera. Ci assicura la Parola di Dio. Gli Ebrei in Egitto soffrivano persecuzioni. E Dio dice a Mosè: “Ho visto la sofferenza del mio popolo: ho udito il suo grido”. La sofferenza stessa è grido a Dio che ascolta sempre, che non è lontano, come diceva già Elia. Gesù: “Il Padre sa già ciò di cui abbisognate, prima che Glielo chiediate”. Il Padre conosce il desiderio del cuore arido, e ascolta la sua voce, e manda lo Spirito per liberare - a suo tempo - il cuore dall’aridità. La condizione: non desistere dal desiderio, dal rimpianto. Dobbiamo pregare sempre, ci indica S. Paolo. Se il desiderio di preghiera è già preghiera, il desiderio non si deve stancare. Nel desiderare di amare, si vive la vicinanza e il distacco. Il distacco che è già amore. E siccome amare Dio e amare il prossimo sono il cuore del cristiano, il desiderio non può lasciare spazio al rifiuto (di Dio, del prossimo da amare!) o alla dimenticanza. Se il desiderio di amare o di pregare è sostituito dal rifiuto di Dio o dalla ostilità al prossimo, cade la possibilità di un rapporto con Dio. Quante volte il rifiuto di amare il nostro prossimo, ci impedisce di amare Dio! L’amore è unico, il desiderio di amare è unico. GCM 20.07.09
|