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Libertà

Il dono della libertà, è elargito agli uomini in vista della loro collaborazione dignitosa con Colui, che è infinitamente libero. Dio non vuole schiavi, ma collaboratori. Se ci avesse voluti schiavi, non ci avrebbe forniti di libertà.

Noi siamo ricchi di potenzialità fisiche, intellettive, spirituali. Nessuna va soppressa: tutte devono essere assunte e coordinate dalla libertà.

Gesù sottolinea: siamo figli della famiglia di Dio, non estranei. I figli si armonizzano con l’andamento della famiglia. Da piccoli addirittura imitano spontaneamente i comportamenti dei genitori fino a ripetere il loro tono di voce, il modo di gestire, i loro atteggiamenti. Tutto diventa naturale nel figlio ciò che “vede il Padre compiere”. Questa è la posizione di Gesù e questa è, ovviamente, la situazione di ogni bambino, non ancora corrotto dall’educazione. Infatti gli angeli del bambino (ossia le loro espressioni spontanee) vedono la faccia del Padre.

Il bambino agisce spontaneamente, ossia liberamente. Il suo comunicare con Dio è parte della sua libertà, è l’uso ovvio della sua libertà, di quella libertà di espressione (che noi stupidamente definiamo rozza, selvaggia, diseducata) che poi l’educazione pensa a comprimere (anche violentemente) e non solo a svelare e a dirigere verso le sue mete naturali.

La libertà è un dono per la libertà totale che si vive solamente in Dio.

La libertà umana è imperfetta, quasi condizionata, e deve subire delle norme per non deviare. Dio indica le sue norme: credere a Gesù, unirsi a lui nell’amare Dio e nell’amare il prossimo. La legge fondamentale del cristiano non è l’amore, ma l’amore vissuto in Gesù. “Amatevi come io vi ho amati”.

GCM 20.09.09