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Finché io vivo loderò il Signore

Il testamento biologico è una gran bella trovata per deresponsabilizzare un medico curante di fronte alla morte di una persona.

Eppure nemmeno il testamento che sancisce l’eredità è una grande trovata. Penso ai morti, che si rivolterebbero nella tomba, vedendo l’uso, che fanno gli eredi, dei beni ereditati!

Far un testamento, detto biologico, per segnare la volontà di uno che è ancora in vita, non è testamento (prima di tutto) e non indica quale volontà abbia il testatore nel momento in cui detto testamento sia attuato.

Si basa molto la stesura di un testamento biologico, sul fatto che una persona abbia perso la coscienza. Perduta la coscienza, in certe condizioni, si applica il testamento. L’avere o non avere coscienza non è un enorme ritrovato.

Quanti di noi sono sempre coscienti e di ciò che fanno e di ciò che pensano! Il mancare di coscienza fa parte integrante del nostro vivere. Infatti che cosa è il sonno?

Ma il mio pensiero viene da un’altra sponda.

Finché io vivo, loderò il Signore. La vita è già, di per se stessa, una lode al Signore. Vivere: questo dono di Dio! Come posso io decidere di estinguere il dono di Dio?

Sia che voi viviate, sia che voi moriate, siete del Signore: ci avverte l’Apostolo.

Dio mi ama sia che io dorma sia che io vegli. Non posso sottrarmi all’amore che Dio mi riversa continuamente. A questo amore non posso sottrarre neppure un istante. Non mi interessa come e quando morirò. Però fino a che il Signore mi vuol vivo, perché in quella mia condizione, ha deciso di amarmi, devo restare vivo. Vivere è sempre adorazione di Dio.

     GCM       02.10.08