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L’ansia nell’esistere -3


L’uscio, attraverso il quale si propaga in noi l’esistenza dono di Dio, è posto alla radice della nostra persona. Non eravamo coscienti del nostro esistere, eppure esistevamo. Per lo stesso uscio ritorniamo nel regno di Dio, se aiutati dalla natura, con altrettanta incoscienza (coma agonico più o meno prolungato, anche quando è prodotto da meccanismi medici).

Il richiamo a riprendere l’infanzia, voluto da Gesù, non è una trovata fantasiosa, ma un guardare la natura e utilizzarla per vivere la fede.

La quiete psichica (il cuore placato, secondo S. Agostino) coincide con l’incontro procurato con la nostra origine, e, quindi, con Dio.

Riprendere la gioia semplice delle radici. Ossia: accettare la nostra umiltà, l’umiltà della condizione umana.

Pochi psicologi sottolineano il fatto lampante che le nevrosi sono prodotte dall’orgoglio.

L’orgoglio crea l’orgasmo di diventare grandi , di opprimere l’altro affinché diventi come noi lo vogliamo, diventando tiranni di noi e degli altri. L’orgoglio ci fa desiderare di essere più di quanto siamo. L’inquietudine dell’orgoglio produce angoscia o abbattimento  (depressione), quando si sbercia l bersaglio proposto dall’orgoglio.

L’umiltà placa, perché riconosce le misure limitate della nostra persona. La psicanalisi tende a smascherare la realtà. Ma spesso non riesce a svelare la nostra semplice umiltà. La pace è figlia dell’umiltà, come l’orgoglio è padre di ogni turbamento di noi e degli altri. La pace dell’umiltà è il grande rimedio alla violenza delle nevrosi.

La pace entra in noi, distende i nostri cuori e i nostri nervi, quando, ascoltando Gesù, ravviviamo il bambino che è in noi.

GCM 02.04.09