HOME

Home > ITINERARIO e PSICOLOGIA > Articoli 2009 > Coscienza libera

Coscienza libera

Ho udito dire da un capo politico che per votare una certa legge “si lascia libertà di coscienza” agli onorevoli del proprio gruppo. E’ cosa inaudita.

Se si lascia libertà di coscienza, significa che le coscienze sono state imprigionate dal partito.
Quegli aderenti al partito avevano deferito le proprie coscienze all’ammasso del partito, e, in fine, al capo partito, che era padrone di disporre a suo piacimento delle coscienze degli adepti.

Perché il partito presuppone di incatenare le coscienze? Possono gli uomini, nati liberi e liberati da Gesù, rinunciare alla propria coscienza, solo per sottostare alla volontà del padrone?

Aiutare la coscienza libera, a illuminarsi ulteriormente, per poi agire “in coscienza” con maggiore cognizione di causa è opera sublime.

La rivelazione di Dio, l’opera di Gesù, i suggerimenti e le suggestioni dello Spirito Santo, sono indirizzati alla illuminazione della coscienza, perché nutra la propria libertà con stimoli più energici.

Gesù ha restituito la libertà a chi l’aveva obnubilata. E Paolo dice di non usare la libertà per perderla: e la si può perdere non solo ritraendosi dalla fede in Gesù, ma anche immettendosi nella tirannia di un partito, costituito da uomini.

Solo Gesù, solo Dio, possono liberare le coscienze. Solo l’interpretazione dell’autentica parola di Dio, guida e rilancia la libertà di coscienza. Ogni tentativo di uomini ( scienziati, filosofi, politici, religiosi) è sempre un insulto a Dio e all’uomo.

GCM 23.04.09

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Desiderare
Basta il desiderio?
I salmi sono infarciti dal desiderio di Dio. Dio è lontano, e si desidera la sua presenza, si domanda il suo aiuto.
Quando ci sentiamo aridi, incapaci di preghiera spontanea, tuffati nella nostra umana inconsistenza, allora non ci rimane che il desiderio. Desiderio di pregare e  di riscoprire la presenza e la misericordia di Dio.
Il desiderio di Dio è già la scelta profonda di Dio. Esso è più della conoscenza e della contemplazione intellettiva. Il desiderio investe una regione più profonda, al di sotto dell’intelletto, poiché investe l’emotività. Esso è più ricco di umanità, a fronte del semplice conoscere. Investe lo stesso conoscere e lo anima e lo riscalda.
Durante il buio di fede, il desiderio è la più alta manifestazione concreta della stessa fede.
Quando una persona, in pena per il proprio affievolimento di fede, si accorge di star desiderando di credere e di amare, allora la pace la invade, e si concede un’aridità desiderante, che è la spia sincera dell’amore.
Il desiderio è una faccia della speranza. La speranza include la realtà della fede. La fede è azione di Spirito Santo nel cuore e nella mente di chi crede.
Nutrire il desiderio è già preghiera, quella preghiera che evita le molte parole, proprio come vuole Gesù. Il dono del desiderio di Gesù, è già attività dello Spirito Santo in noi.
Nei salmi leggiamo che il Signore esaudirà il desiderio del cuore. L’uomo dei desideri è lodato. Il desiderio è la culla della fede e della speranza, è inizio quindi di salvezza.
GCM 14.10.08