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Fare la volontà

Fare la volontà amorosa di Dio, è completare con amore il suo amore.

Al proposito si esprime così il Vangelo di Giovanni (17,34): “Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato, e completare la sua opera”. Volontà di Dio, completata da Gesù.

Completare la volontà, come se questa rimanesse sospesa se non la si completa. Ma il completarla non si pone su un piano diverso dalla volontà espressa. Si pone sullo stesso piano, ne è appunto il compimento.

La stessa volontà è in cielo e sulla terra. L’unione delle due volontà compie la stessa opera, così da rendere reciproca la frase, ossia “come in terra, così in cielo”.

Di questa reciprocità Gesù si fa autore e garante: “Ciò che rimetterete in terra, sarà rimesso in cielo” Infatti noi siamo già “cittadini dei santi” - come dice S. Paolo - per cui noi conduciamo una vita che già sta in cielo: “conversatio nostra in coelis est”.

Non siamo sudditi nel cielo, ma compartecipi di Dio in Gesù. La divisione terrena in caste, non viene da Dio. Nemmeno la divisione a due ceti nella Chiesa: clero e laici. Infatti lungo i tempi, sotto l’influsso di quel regno della terra, le mansioni e le funzioni diverse all’interno dei credenti in Gesù, si sono  trasformate in potere e sudditanza. Eppure Gesù aveva detto: “I potenti del mondo dominano, ma tra voi non è così”.

L’organizzazione della Chiesa in quanto società, richiede ordine non dominio, proprio al proprio interno, un ordine tra fratelli, dove il primo deve servire, soprattutto quel primo che, commoventemente, ha preso il lusso di chiamarsi “servo dei servi”.

Fare la volontà di Dio, ci eleva allo stesso piano trinitario di Dio.

GCM  08.07.09