HOME

Home > ITINERARIO e PSICOLOGIA > Articoli 2009 > Libertà di cuore

Libertà di cuore

I Vangeli riportano il fatto dei primi discepoli di Gesù. Mentre Giovanni narra il distacco di alcuni discepoli giovannei per unirsi a Gesù, o almeno per informarsi da lui circa la sua posizione, i Vangeli sinottici descrivono la “chiamata”.

Gesù passò, li vide, li chiamò, ed essi “subito” lo seguirono. Più tardi i primi quattro invitati (Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni) faranno parte del gruppo dei dodici.

Fa meraviglia il fatto che i primi quattro, chiamati nel pieno del loro lavoro (pesca e riassetto delle reti), piantassero il lavoro e seguissero subito (enthis) Gesù.

La risposta repentina ci suggerisce una considerazione. Come mai tanta sollecitudine?

Evidentemente tra Gesù e i chiamati s’era stabilita una corrente attrattiva robusta. I quattro non erano preparati, perché ancora non conoscevano quel “rabbi” di primo pelo (era da poco uscito dal battesimo di Giovanni Battista).

Eppure i quattro erano predisposti a quella chiamata: erano sgombri intimamente, semplici, perciò non forniti di ostacoli.
Perciò sentirono e accolsero la chiamata immediata di Gesù. Liberi da condizionamenti personali o culturali, liberi da sovrastrutture preconcette o sociali.

Si comprende perché dei piccoli è il regno dei cieli. I bambini non sono stati ancora corrotti dalla cultura o dall’ascetica.
Per i semplici Gesù è immediato. Verso i semplici Gesù versa la sua energia attrattiva, calamitante: ed essi corrono.

Il freudiano “disagio della civiltà” (sembra maledettamente fatale che l’avanzare della “civiltà”, ossia l’ingrandirsi dello sviluppo della città, corrisponda al dilatarsi della corruzione: historia docet) non si riferisce solo alla psiche, ma anche al regno dei cieli.                   

GCM 12.02.09