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Fedeltà grata

Un marito che non è fedele a Dio, può restare fedele alla propria moglie? Una moglie non fedele a Dio, può essere fedele al proprio marito?

Fede e fedeltà si richiamano a un’unica radice, e questo è una espressione concreta dello Spirito Santo, l’unione tra il Padre e il Figlio, e l’unione tra i membri della chiesa, espressione a sua volta del Figlio, unito e fedele al Padre.

L’infedeltà tra coniugi, e tra familiari e amici, può articolarsi in molteplici maniere. Si parte dalla disaffezione e dalla critica per arrivare alle commistioni con le amanti o con gli amanti.

L’infedeltà con Dio è sempre correlata all’infedeltà verso noi stessi. Ci procuriamo del male nei modi più impensati: tramite il cibo, il fumo, la droga, gli stravizi, la mancanza di cura del corpo, della mente, della spiritualità.

Reciprocamente l’infedeltà verso di noi e degli altri, rinfocola e rafforza l’infedeltà a Dio.

Ogni infedeltà è disprezzo della vita, a partire dall’infedeltà verso il nostro corpo.

La mentalità inoculata nella Scrittura ci indica che la vita è un prestito di Dio alla nostra carne. Dio vede...il nostro fango e vi ispira la vita, e l’uomo diventa animato e vivente. L’uomo deve custodire la propria vita, con amministrazione oculata, perché essa è prestito, e talento consegnato nel periodo di assenza.

Quando poi la nostra vita si allarga all’infinito, con la penetrazione in noi dello Spirito di Gesù, allora il dono e la consegna si rendono più preziosi.

L’ infedeltà alla vita, al coniuge, al mondo, è prima di tutto una indicibile insensibilità e ingratitudine verso il nostro “Padre”.

GCM 22.12.08