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Vita: tra lode e peccato

Come è strano il presente!
Io sto camminando per mantenere efficace la mia vita. La mia vita è dono di Dio, e, per chi la vive bene, è lode a Dio che ha creato la vita, affinché gli uomini vivessero. Nel mio passeggiare vivo ogni mio passo come gioia di riconoscenza al Padre, come atto di lode e di ringraziamento, e questo mi allaqrga il cuore, perché scopro i motivi per cui vivo.

Attorno a questa mia festa, per quanto modesta, sento scorrere la morte. Ne parlano le radio, ne scrivono i giornali, nel gode il laicismo: è il “diritto alla morte”. Per me la morte è una fase della vita e della lode al Padre. Per loro è un decidere una fine, uno spegnere la vita: il diritto a procurarsi l’annullamento. I diritti nascono per aiutare il miglioramento dell’esistenza, per loro (i laicisti) è un’occasione per peggiorare l’esistenza, fino a distruggerla.
Ciò che meraviglia è che coloro che hanno abolito la pena di morte “per l’umanità”, ora vogliono la morte “per umanità” come dicono.

Questo non desta indignazione, ma genera una grande tristezza per questo moltiplicare di catafalchi.
Capisco, per una società nella quale domina il denaro, l’assistenza al malato è più costosa della sua soppressione. Costa meno una iniezione di acido letale, che anni di nutrimento con il sondino.
Il suicidio assistito non è un delitto contro la vita soltanto, ma un’offesa contro quella gloria di Dio, che è l’uomo vivente.

26.09.19