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Perdono e amore  

Due incapacità appesantiscono il nostro procedere, con serenità e con salute, nella vita: l’incapacità di perdonare davvero, e l’incapacità di amare Dio.

Perdonare l’altro, è più del semplice scusare. La scusa, pur benefica e positiva, si ferma alla superficie intellettiva, il perdono penetra il cuore. Fino a che la scusa, anche molto benevola, non si allaccia al cuore, la pace non riesce a inondarci.

Perdonare è una importante azione dell’Amore di Dio verso di noi. Egli ci comprende, perché ci ama dopo averci creati, e amandoci davvero penetra nel nostro cuore, sempre anche a nostra insaputa. Apprezzare l’essere perdonati è anche apprendere il perdono, gustarlo. La prima reazione per un perdono ricevuto, è la leggerezza, la distensione. È questa la sensazione che si prova, quando la fede ci assicura del perdono di Dio? Esercitarsi nella gioia del perdono è il godere per “la tua salvezza” come dice il salmo 50.

L’altra incapacità della nostra povera vita, è quella di non riuscire ad amare Dio. È vero che un primo atto di amore del bambino è quello di avere bisogno della madre e delle sue prestazioni: è un amore inconscio ma reale. E allora noi siamo davvero convinti di aver completamente bisogno di Dio, in ogni circostanza e in ogni azione? Senza accorgerci noi ci stacchiamo dal bisogno di Dio, per “arrangiarci”. È uno staccarci dalla corrente vitale, da quel soffio di Dio, che diede la vita ad Adamo, già ben formato come statua, ma priva di vita.

Il primo movimento di amore a Dio: è proprio lo sfruttare il suo Spirito in noi.

15.04.17