HOME

Home > ITINERARIO e PSICOLOGIA > Articoli 2013 > Amore riconoscente

Amore riconoscente

Quando ricordiamo la Madre di Gesù, come nel capodanno, nasce la riconoscenza per quanto Maria ha fatto, accettandolo in sé e donando Gesù a noi. Il Vangelo ci dona quel Gesù, che Maria per prima ha donato.

Il Vangelo, per chi crede in Gesù, non è un semplice libro. Per noi, il Vangelo è Gesù. Noi non “leggiamo il Vangelo”, noi incontriamo Gesù e ci immergiamo nella sua persona. Come per Paolo, anche per noi: “A noi il vivere è Cristo”.

Come apriamo il testo evangelico, sentiamo il cuore contento. Si tratta di una contentezza simile, e più accentuata, a quella che provano due adolescenti, ragazzo e ragazza, quando si incontrano. Il desiderio di incontrare, la tensione dell’attesa, l’esplosione nel contatto.

Il Vangelo, occasione di amore e di gioia. “Queste cose vi comunichiamo, affinché la vostra gioia sia completa” è scritto nella prima lettera di Giovanni.

Gioia e amore. Il nostro amore a Dio è un amore “di rimando”! Così si mostra nella stessa lettera di Giovanni.

Molte persone si lamentano di non saper amare Dio. In realtà sono persone che semplicemente non sanno amare.

Per amare Dio, il nostro amore è di risposta. Chi non ama, non conosce Dio, che è Amore.

“In questo sta l’amore: non noi abbiamo amato Dio, ma lui amò noi e inviò suo figlio, propiziazione per i nostri peccati”. L’amore a Dio è un amore di commossa riconoscenza per ciò che lui ha fatto attraverso il Figlio. Anche l’amore dei bambini verso la madre, nasce dalla cura della madre nei loro confronti. Il bene a Dio noi lo vogliamo, dopo che il bene che Dio ci vuole è stato ricevuto e goduto.

Il nostro amore, essendo amore di esseri limitati, include sempre una quota di egoismo, che costata il bene ricevuto. Mosè richiedeva l’amore degli Ebrei a Dio, dopo che essi avevano costatato il dono della liberazione. Il nostro è un amore riconoscente. 

GCM 27.07.13